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A pochi chilometri dal complesso archeologico di Gremanu, poco distante dalla strada, è possibile ammirare un altro sito suggestivo: la necropoli di Madau. Con le sue quattro tombe di giganti disposte a semicerchio è tra i siti funerari di epoca nuragica più importanti della Sardegna. Attualmente sono state esplorate e restaurate tre tombe: tutte presentano delle caratteristiche uniche e per la loro costruzione sono state utilizzate delle lastre più antiche rispetto all’epoca nuragica. Un dato molto importante che testimonia la sacralità dell’area già da epoche preistoriche.

La prima tomba che accoglie il visitatore è quella più antica perché la sua tecnica di costruzione a grandi lastre infisse sul terreno è datata tra il 1.500 e il 1.400 a.C. circa. Purtroppo, si conserva solo un lato della camera funeraria ma tra le lastre utilizzate per la sua edificazione è stata individuata una stele istoriata dell’età del Rame dove sono stati incisi motivi magico-rituali di diversa forma.

La seconda tomba è senza dubbio la più monumentale raggiungendo una lunghezza di più di 20 metri. Le grandi braccia dell’esedra dotata di bancone sedile che partono dal portello di accesso alla camera funeraria raggiungono l’ampiezza di 25 metri e racchiudono lo spazio ad uso cerimoniale dove sono stati trovati numerosi frammenti ceramici e un grande focolare rituale vicino all’ingresso della tomba. La tecnica costruttiva è differente da quella della prima tomba poiché è caratterizzata da blocchi perfettamente sagomati disposti su filari in ordine decrescente. Il vano dove venivano deposti i defunti è a forma di “nave rovesciata”, si conserva quasi completamente e spicca per la sua eleganza. I defunti venivano introdotti attraverso un piccolo ingresso al centro della facciata, coronata da quello che viene chiamato “concio a dentelli”. Durante gli scavi è emerso un particolare molto importante celato sotto la soglia di ingresso al vano funerario.

La terza tomba, anch’essa costruita con la tecnica a filari, appare più accogliente rispetto alla monumentale vicina tomba. Le braccia dell’esedra sono molto più curvilinee e strette e presentano una caratteristica veramente rara: non sono aperte ma si chiudono in cerchio.

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